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giovedì 24 luglio 2014

Legend - Marie Lu

Ecco la recensione di Legend, rimandata in continuazione! Legend è il primo volume di una trilogia distopica scritta da Marie Lu ed ambientata in una Los Angeles futura in cui le persone sono governate dalla Repubblica, emblematica forma di governo che sembra nascondere molti misteri.


Titolo: Legend (Legend #1)
Autore: Marie Lu
Prezzo: € 16.50

Data di uscita: 22 Ottobre 2013

Trama:
 

Los Angeles, Stati Uniti. Il Nord America è spaccato in due, e tra la Repubblica e le Colonie la guerra sembra destinata a non finire mai. June è una quindicenne prodigio, nata e cresciuta in una famiglia appartenente alle più alte sfere della Repubblica. Ha un vero talento nel mettersi nei guai con i suoi superiori e le sue bravate al collegio militare sono spesso decisamente pericolose. Da quando i suoi genitori sono rimasti uccisi in un incidente stradale, l’unico su cui sa di poter sempre contare è il fratello maggiore Metias. Almeno fino al giorno in cui Metias viene assassinato in circostanze misteriose mentre è a guardia di un ospedale. Il primo sospettato è Day, un ragazzo della stessa età di June, ma proveniente dai più miseri bassifondi della Repubblica. Nonché il criminale più ricercato del paese. June ha un unico desiderio, vendicare la morte di suo fratello, ma il giorno in cui la sua strada e quella di Day si incroceranno per la prima volta, niente sarà più come prima.


Valutazione
Recensione:

I lettori americani sono rimasti estasiati da questo racconto distopico che sicuramente piacerà agli appassionati del genere. 
Elemento caratterizzante di questo romanzo è l'ambiente: ci ritroviamo in un futuro imprecisato (circa un secolo avanti a noi) negli ormai ex Stati Uniti d'America, i quali sono stati divisi in zone della Repubblica e zone delle Colonie. Fra le due fazioni c'è, ovviamente, una guerra. Le Colonie rimarranno per tutto il primo libro solo un nome, mentre la situazione della Repubblica ci verrà ampiamente descritta da i due personaggi principali: June e Day.
La descrizione particolareggiata degli ambienti e della politica ci verrà fornita grazie all'alternanza dei POV contrapposti dei due protagonisti: quello privilegiato di June e quello svantaggiato di Day.
«Non ti ho mai chiesto del tuo soprannome. Perché “Day”?»«Ogni giorno significa altre ventiquattro ore. Ogni giorno è tutto di nuovo possibile. Si vive alla giornata, si muore in un momento, ogni cosa va presa un giorno alla volta.» (June e Day)
June e Day sono due personaggi estremamente simili: analitici, testardi, estremamente intelligenti e con uno spiccato senso della giustizia. Molti si sono innamorati di questi due personaggi, ma non posso dire lo stesso per me. Non mi sono riuscita ad immedesimare, un po' perché ho letto il libro a cavallo degli esami di maturità e avevo altro a cui pensare, un po' perché hanno appena quindici anni e mi sembrava tutto abbastanza assurdo. Insomma, Day a dieci anni riesce a scappare da una base governativa con un ginocchio fuori uso... mi dispiace, ma mi sembra alquanto irreale. 
E poi Day con quei capelli lunghi proprio non mi va giù, tagliateli miseriaccia!
Quando avevo sette anni, mio padre tornò a casa dal fronte per una settimana di licenza. Il suo lavoro consisteva nel fare pulizia dopo il passaggio dei soldati della Repubblica, perciò era sempre via e a mia madre è toccato tirarci su da sola. Quando quella volta tornò, le pattuglie cittadine effettuarono un controllo di routine in casa nostra e poi trascinarono mio padre alla centrale di polizia di zona per interrogarlo.La polizia ce lo restituì con due braccia rotte e la faccia insanguinata.Molte notti dopo, immersi una palla di ghiaccio tritato in una latta di benzina, aspettai che il petrolio si solidificasse attorno al ghiaccio e gli diedi fuoco. Poi lo lanciai con una fionda dentro la finestra della centrale di polizia di zona. Ricordo ancora le autopompe che arrivarono a sirene spiegate subito dopo e i resti carbonizzati dell’ala ovest dell’edificio. Non presero mai il colpevole e io non mi feci avanti.
Dopotutto, non c’era alcuna prova.
Avevo commesso il mio primo crimine perfetto.
Mia madre sperava che un giorno mi sarei elevato dalle mie umili radici. Che sarei diventato una persona di successo, magari anche famoso.
Famoso lo sono eccome, ma non credo che sia quello che mia madre aveva in mente. (Day)
E' questo che mi ha lasciata più perplessa riguardo il libro: ambienti talmente reali e possibili in un futuro forse non troppo lontano, contrapposti a questi personaggi troppo perfetti per essere veri. Infatti durante tutto il libro la mia preoccupazione non andava mai a June e Day, erano troppo in gamba per non cavarsela, quanto a tutti i personaggi secondari, che invece erano decisamente più umani. 
Io non credo soltanto di essere intelligente. Sono l’unica persona in tutta la Repubblica ad aver superato la Prova con il punteggio perfetto di 1500. Sono stata assegnata qui, all’università migliore del paese, all’età di dodici anni, quattro prima del previsto. Poi ho saltato il secondo anno e alla Drake ho ottenuto per tre anni solo voti impeccabili. Io sono intelligente. Ho quelli che la Repubblica definisce geni buoni e, come dicono sempre i miei professori, migliori i geni, migliori i soldati, migliori le possibilità di vittoria contro le Colonie. Perciò, se ho la sensazione che le esercitazioni pomeridiane non m’insegnino abbastanza su come arrampicarmi sui muri completamente equipaggiata, allora, e’, non è colpa mia se sono stata costretta a scalare la facciata di un edifricio di diciannove piani con un fucile XM-621 a tracolla. Si è trattato solo di auto-perfezionamento, per il bene della mia nazione. (June)
Non so, il libro non è affatto male, anzi, è ben scritto e scorrevole, spesso addirittura cinematografico grazie alle descrizioni dettagliate degli ambienti, però non mi è rimasto dentro. Non mi sono affezionata ai protagonisti, non mi sentivo emotivamente coinvolta. Tuttavia penso che ciò dipendesse più dal fatto che l'ho letto nel periodo sbagliato, che per motivi riguardanti la narrazione o la caratterizzazione dei personaggi. Comunque, prima o poi leggerò anche il secondo libro della trilogia, Prodigy, sperando che i miei sentimenti confusi riguardo Legend siano solo frutto di un pessimo tempismo.


Nanw.

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