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martedì 29 agosto 2023

Review Party: I Sussurri delle Ombre - Kelly Andrew

12:13 0

 Buondì lettori!

Torno su questi schermi per raccontarvi l'ultima collaborazione a cui ho preso parte. I Sussurri delle Ombre esce proprio oggi per Mondadari, che ringrazio molto per avermi dato la possibilità di leggerlo in anteprima. 


Delaney "Lane" Meyers-Petrov ha diciotto anni ed è sempre stata tenuta lontana dai pericoli, al sicuro, quasi fosse fatta di vetro. Ma ora ha deciso che è il momento di cambiare. E stanca di starsene in disparte a raccogliere polvere, è stanca di essere considerata e di sentirsi fragile solo perché sorda. Il vetro, dopotutto, si crepa con estrema facilità, è vero, ma può resistere a una pressione immensa. Quindi anche per lei è arrivato il momento di sondare i suoi limiti, non importa se facendolo si procurerà qualche incrinatura. Così, dopo essere stata accettata alla Howe University, nella facoltà di Godbole, prestigiosa ma controversa, perché calamita per i cultori delle discipline occulte, Lane pensa sia finalmente arrivata l'occasione di dimostrare a se stessa e agli altri il suo valore. Di definirsi, per una volta, per le sue capacità e non per la sua sordità o per la paura delle ombre che, fin da bambina, la cercano insistentemente. Il semestre, però, non inizia col piede giusto visto che la prima persona che incontra, Colton Price, è tutto tranne che una persona gentile e ragionevole. Tuttavia, anche se Lane ancora non può saperlo, dietro l'aria strafottente che sfodera ogni volta che la incontra, in realtà il ragazzo è irresistibilmente e visceralmente attratto da lei, sebbene gli sia stato espressamente vietato di frequentare la "ragazza che sente le voci delle ombre". Quando uno studente viene trovato morto, però, Lane e Colton si alleano per scoprire cosa è realmente accaduto. Questo li porterà a scoprire segreti sepolti da anni e ad affrontare un potere antico e senza nome, un nemico che minaccia di distruggere loro e il loro sodalizio proibito.


Valutazione: ⭐️⭐️⭐️⭐️ / 5


Amanti delle vibes Dark Academia, accorrete! 

I Sussurri delle Ombre non è stata una lettura perfetta, ma le sue atmosfere sono decisamente suggestive ed immersive. Ombre, fantasmi, demoni e chissà cos'altro si cela nell'oscurità che attira Lane fin da quando, piccolissima, ha perso l'udito a causa di una grave malattia. Questa ambientazione si amalgama perfettamente con i misteri dell'accademia dell'occulto a cui viene assegnata Lane, la quale si ritrova invischiata in strani avvenimenti legati alla scomparsa di alcuni ragazzi dell'accademia.


Lane è stato un personaggio che non mi ha convinta pienamente. L'autrice insiste molto (moltissimo) su quanto la nostra protagonista sia fragile, fatta di vetro, e di quanto voglia uscire da questo ruolo e iniziare a vivere la propria vita. Purtroppo, a forza di ripetere quanto Lane sia fragile, alla fine me ne sono convinta anche io, percependola come una protagonista tutto poco memorabile. Meno dimenticabile (non necessariamente in senso positivo) è Colton. Non nego che il ragazzo dia delle vibes alla Darlington, ma a volte risultava ingiustificatamente antipatico e arrogante anche nei confronti della stessa Lane. La dinamica tra i due arriva comunque a coinvolgere dopo le prime interazioni poco carine (forse abbiamo una vera enemies to lovers per una volta), e a loro modo funzionano bene come accoppiata.


Sì, i personaggi non mi hanno fatta impazzire, ma sono comunque riuscita a divorare il libro in un paio di giorni. La verità è che non ci troviamo davanti ad una trama imprevedibile (soprattutto se già siete fan de La Nona Casa), o un cast di personaggi completamente nuovo e perfettamente caratterizzato, eppure, I Sussurri delle Ombre sa attirarti nella sua narrazione grazie proprio agli ammiccamenti ad altre serie che ho amato (oltre a La Nona Casa potete percepire anche un pizzico di The Raven Boys). In conclusione, vi posso consigliare di dare una chance a questo standalone, quantomeno saprà dare il benvenuto alle vostre vibes autunnali!


Concludo ricordandovi le tappe del Review Party, che andrà avanti fino a sabato:

 


lunedì 16 gennaio 2023

Review Party: Hell Bent. Portale per l'Inferno - Leigh Bardugo

15:56 0

Buon pomeriggio lettori!

Prima recensione dell'anno con le prime 5 stelline dell'anno! Poteva iniziare meglio questo 2023 di letture?? Attendevo Hell Bent da molto, e posso già dirvi che non mi ha affatto delusa. Ma prima di addentrarci nella recensione, ringrazio moltissimo Mondadori per avermi dato la possibilità di continuare questa serie fornendomi una copia cartacea in anteprima, e le mie compagne di Review Party per aver organizzato l’evento.



Trovare un portale per il mondo sotterraneo e rubare un'anima dall'inferno. Un piano semplice, se non fosse che le persone che compiono questo particolare viaggio raramente tornano indietro. Ma Galaxy "Alex" Stern è determinata a liberare Darlington, anche se questo le costerà il futuro alla Lethe e a Yale. Impossibilitate a tentare un salvataggio perché non possono accedere alle risorse della Nona Casa, Alex e Pamela Dawes, l'assistente di ricerca, mettono quindi insieme una squadra di dubbi alleati per salvare il "gentiluomo della Lethe". Insieme, dovranno navigare in un labirinto di testi arcani e artefatti bizzarri per scoprire i segreti più gelosamente custoditi dalla società, infrangendo ogni regola. Ma quando i membri della facoltà iniziano a morire, Alex sa che non si tratta di semplici incidenti. Qualcosa di letale è all'opera a New Haven e, se vuole sopravvivere, dovrà fare i conti con i fantasmi del suo passato e con l'oscurità insita nelle mura dell'università. Denso di storia e ricco di colpi di scena nello stile di Bardugo, Hell Bent dà vita a un mondo intricato e indimenticabile, pieno di magia, violenza e mostri fin troppo reali.


Valutazione: ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ / 5


Hell Bent si dimostra essere il degno seguito de La Nona Casa, se non addirittura migliore in quanto a strutturazione della narrazione e scorrevolezza. La Nona Casa non era riuscita, infatti, a convincermi del tutto proprio a causa della narrazione frammentata e confusionaria data dai continui salti temporali, che risultavano stancanti da seguire, soprattutto inizialmente, quando ancora non si conoscono bene le dinamiche di questo fantasy. Probabilmente, il fatto che siamo pronti a quel che ci aspetta, ha reso Hell Bent molto meno faticoso da seguire e più lineare nella sua scorrevolezza. 


Non mancano i colpi di scena che sanno sorprendere, anche a causa di molti indizi omessi. Infatti, se proprio devo fare una critica a questo libro, più volte i protagonisti hanno delle intuizioni che si dimostrano veritiere sulla base di nulla, senza alcuna prova o poche. Il discorso vale soprattutto per Alex, che sappiamo essere molto sveglia, ma di certo non ha le conoscenze di altri personaggi, né il magico "sesto senso" di Turner. Eppure, conosce sempre quel particolare che le fa fare un passo avanti, o ha quell'intuizione non proprio citofonata che le fa capire cosa fare. Forse è legato al suo ruolo misterioso nell'ordine dell'universo, o forse è un semplice deus ex machina, ma per ora non riusciamo ancora a capirlo. 


Nonostante questo appunto, il libro mi è piaciuto molto, soprattutto grazie alla narrazione del POV di Alex, che rimane una protagonista magnetica. In questo secondo volume abbiamo inoltre la possibilità di approfondire i background di altri personaggi secondari come l'agente Turner, la Dawes e Darlington (di cui non ne abbiamo mai abbastanza ehehe). 


Menzione d'onore va proprio alla super ANGST tra Alex e Darlington... che sofferenza! Se c'è una cosa che amo delle storie della Bardugo è come riesce a far salire la tensione tra i suoi personaggi! 😍


Insomma, dopo quel disastro di Rule of Wolves, diciamo che zia Leigh si è saputa far perdonare ritrovando la stoffa dei suoi libri migliori! 


Concludo ricordandovi le tappe del Review Party, che andrà avanti fino a giovedì:


 

martedì 15 novembre 2022

Review Party: Il Regno dei Demoni - Victoria Aveyard

19:16 0

Buon pomeriggio lettori!
Oggi parte il Review Party dedicato al seguito de Il Regno delle Ceneri di Victoria Aveyard, di cui vi ricordo potete trovare la recensione qui.
Ringrazio moltissimo Mondadori per avermi dato la possibilità di continuare questa serie fornendomi una copia digitale in anteprima, e le mie compagne di Review Party per aver organizzato l’evento.



Il destino del mondo giace sul filo di una lama. Combattendo insieme alla sua banda di improbabili compagni, Corayne sta imparando ad abbracciare l'antico potere che le scorre nelle vene e a comprendere lo straordinario potere della spada ereditata dal padre. Ma il suo viaggio è tutt'altro che concluso. L'esercito della regina Erida, infatti, sta marciando attraverso Allward spalleggiato da Taristan, che lungo il cammino apre portali su mondi da incubo radendo al suolo interi regni. Se vuole salvare il mondo che conosce, Corayne non ha altra scelta se non radunare un esercito tutto suo. Per farlo, lei e i suoi compagni dovranno percorrere terre pericolose e affrontare assassini, bestie ultraterrene e mari tempestosi. Ma Taristan ha scatenato un potere malefico molto più letale dei suoi eserciti di mostri. Qualcosa di tremendamente pericoloso attende nell'ombra, qualcosa che potrebbe consumare il mondo e spegnere ogni speranza di vittoria.


Valutazione: ⭐️⭐️⭐️. 5 / 5


Piccolo recap per chi, come me, ha la memoria un po’ corta e si è già dimenticato il primo libro. Ovviamente, non serve neanche dirlo che da qui in poi ci sono spoiler del primo romanzo, no? Ne Il Regno delle Ceneri avevamo conosciuto svariati personaggi e seguito diversi POV, in primis quello di Corayne, l’eroina di questa avventura. Avevamo scoperto che Corayne è una discendente di antica Cor, in quanto figlia di Cortael, che viene ucciso proprio all’inizio del libro dal suo gemello malvagio, Taristan. Taristan vuole aprire dei portali per altri universi sotto la guida di un dio malvagio, Nimbus, una sorta di Cthulhu che gli dà una forza sovrumana e un inquietantissimo esercito di morti. Ovviamente Taristan vuole Corayne morta, visto che è l’unica in grado di fermare i suoi piani, ma fortunatamente in aiuto della ragazza arriva un disparato gruppo di personaggi che la aiuteranno a richiudere i portali aperti dalla zio e salvare Allward.Nel frattempo Taristan cerca alleanze e le trova nella giovane Erida, regina del più grande e potente regno di Allward, e molto incline a fare di tutto pur di raggiungere le proprie ambizioni. Succederà quindi che Erida proverà a tradire Corayne e i suoi compagni consegnandoli a Taristan in cambio di un matrimonio politico (ndr. e non le dispiace neanche il fisico del marito, eh).I compagni riescono a fuggire, ma il matrimonio avviene comunque e Taristan ed Erida sembrano più forti che mai, tanto da aprire un nuovo portale da cui escono mostruose creature marine. Corayne con la spada spectralis riesce a stento a richiuderlo e il seconodo libro riprende esattamente da dove ci eravamo lasciati.

La primissima cosa che volglio ribadire è che riconfermo che la Aveyard è davvero brava nello scrivere i villains… purtroppo non direi lo stesso per i suoi eroi, ma se si tratta di moralità ambigua e solide motivazione per far fare ai tuoi personaggi ciò che fanno, la Aveyard lo sa fare. Va da sé che le mie parti preferite sono state proprio i POV di Erida con Taristan: sarà che sono la best ship (e vi assicuro che non rimarrete delusi in questo sequel), sarà che la evil-couple ha sempre il suo fascino, ma io non vedevo l’ora di arrivare ai capitoli della nostra regina cattiva.
Un altro POV che ho sempre apprezzato è quello di Sorasa, l’assassina che pian piano sta cambiando e si sta aprendo perché ha trovato una missione più importante di qualsiasi somma le potranno mai offrire. Io ovviamente la shippo con Dom, l’Avo, che però si è dimostrato un po’ sottotono in questo secondo volume.
Come dicevo prima, i POV più deboli per me rimangono quelli di Corayne e Andry, perché continuo a non vedere cosa li spinga avanti e i dubbi interiori che vivono. Soprattutto per Corayne, che essendo una discendente di antica Cor dovrebbe sempre essere attratta da un fine ultimo, da qualcosa di più. Invece sembra solo che il suo obiettivo sia quello di chiudere un portale dopo l’altro, senza vedere più in là della singola missione.

Da giocatrice di Dungeons & Dragons continuo ad apprezzare molto il setting e le dinamiche tra i personaggi, che sembrano proprio il tipico party di scapestrati. Forse in questo libro la trama mi è sembrata un po' meno dinamica, e nonostante le 400 pagine non mi è sembrato che la storia andasse avanti più di tanto, il che mi fa pensare che ci saranno più di 3 libri. La lettura comunque si è dimostrata scorrevole e sono curiosa di proseguire la lettura, quindi se Il Regno delle Ceneri vi è piaciuto, non posso consigliarvi che continuare con questa serie!

 

martedì 25 ottobre 2022

Review Party: Life Lik3 - Jay Kristoff

14:55 0

 Ben ritrovati, lettori! Oggi torno per parlarvi della mia ultima collaborazione con Mondadori: insieme alle mie compagne di Review Party, ho avuto opportunità di leggere in anteprima la nuova trilogia di Jay Kristoff, che arriva in Italia proprio oggi. Ringrazio Mondadori per questa opportunità, e le mie compagne di Review Party, che vi consiglio vivamente di seguire in questi due giorni di tappe:


Per evitare spoiler, in questa recensione mi concentrerò soprattutto sul primo libro della trilogia, Life Lik3.



Eve ha diciassette anni, e l'ultima cosa di cui ha bisogno è un segreto da custodire. No, grazie, è già abbastanza impegnata a guardarsi le spalle e a districarsi tra mille problemi. Problema numero uno: il robot gladiatore che ha passato mesi a costruire è stato ridotto a un relitto fumante. Problema numero due: ha perso con gli allibratori i pochi crediti che aveva, l'unico mezzo per comprare le medicine indispensabili a Nonno. Problema numero tre: un gruppo di fanatici puritani la vuole uccidere e... che altro? Ah, sì, ha appena scoperto che può distruggere le macchine con il potere della mente.
Forse ha vissuto momenti peggiori, ma non riesce proprio a ricordarseli.
Quando però scopre la carcassa di un ragazzo androide di nome Ezekiel, nell'ammasso di rottami che chiama casa, tutto cambia; si mette in viaggio per salvare chi ama insieme a lui, alla sua amica Lemon e al suo compagno robotico Cricket: attraverseranno deserti di vetro nero, combatteranno contro cyborg assassini, esploreranno megalopoli abbandonate, fino a scoprire i segreti sepolti nel suo passato... anche se ci sono segreti che è meglio non portare alla luce.


Valutazione: ⭐️⭐️⭐️ / 5


Ormai lo saprete, non sono una fan di Kristoff, non perché non scriva bene, ma perché lo trovo carente in quanto ad originalità. E Life Lik3 riconferma ancora una volta questa sensazione. Si, è un libro che in lingua originale è uscito nel 2018, quindi non proprio recentissimo, tuttavia il concetto di fondo rimane visto e rivisto: un futuro distopico, robot che vogliono la loro libertà e si ribellano agli umani. In tutto ciò, l’atmosfera ormai non c’è più (si, proprio come capiterà realmente tra qualche anno) e le radiazioni solari friggono l’umanità, ma chi non muore di tumore sviluppa dei “poteri”. Insomma, nulla di nuovo che non si sia già visto in altri dieci film fantascientifici, no?


Tuttavia, allo stesso tempo, Life Lik3 si lascia leggere con estrema facilita. Il ritmo è sostenuto, e i colpi di scena non mancano, tanto da rendere un libro “già visto” ugualmente capace di intrattenere.


Ammetto di non essere riuscita ad entrare in empatia con i personaggi, a partire da Eve, la protagonista. Purtroppo la gestione di questo personaggio non mi è piaciuta molto: subisce un arco narrativo con cambiamenti molto drastici, troppo a parere mio, tanto da farti perdere di vista la caratterizzazione del personaggio, che diventa esclusivamente fine alla trama (specialmente per quel cliffhanger finale!). Stessa cosa per il suo coprotagonista, che è il tipico personaggio maschile il cui unico scopo è venerare la controparte femminile, nulla di più. Ciò che ne risulta è una love-story molto annacquata di cui mi importava pochetto. Metteteci pure il classico personaggetto-macchietta che deve sempre apparire nei libri di Kristoff per fare battutine (non divertenti), e la mia sopportazione nei confronti dei personaggi sarebbe durata davvero poco. Grazie al cielo c’era Lemon, unico personaggio interessante, e che, fortunatamente, sarà molto più centrale nei seguiti.


Insomma, se da una parte non sono rimasta molto entusiasta dai personaggi, dall'altra trovo che la scorrevolezza del libro sia da tener presente se avete voglia di qualcosa di leggero, veloce da leggere e divertente (se lo humor di Kristoff vi piacesse, a me mica tanto eheh). Sicuramente una trilogia da non perdere se siete fan dell’autore, pur tenendo presente che si tratta di uno YA, a differenza di titoli più recenti di questo autore come Nevernight e L’Impero del Vampiro.


Concludo ricordandovi di andare a seguire anche le altre tappe del Review Party, perché questa volta i pareri sono stati decisamente diversi! 


venerdì 14 ottobre 2022

Babel, or The Necessity of Violence: an Arcane History of The Oxford Translators' Revolution - R. F. Kuang

18:43 0


Che delusione. Non so se sia dovuto alle mie aspettative troppo alte considerando che La Guerra dei Papaveri è una delle mie serie preferite, oppure se sono io che non riesco ad essere colpita da questo libro come è successo a tanti altri. Perché parliamo di un libro che su Goodreads ha 4,46 stelline di media, non una ciofeca insomma.

Ma a me non ha detto nulla di nuovo. Niente. Anzi, a momenti sembra una qualsiasi discussione sociopolitica tirata fuori da un post di Twitter. Si parla di temi caldi come il razzismo, l’effetto postumo del colonialismo che stiamo osservando oggigiorno, e tutte quelle differenze in termini di esperienze che ci rendono necessariamente diversi (secondo la Kuang), partendo proprio dalla lingua. Non voglio entrare nel merito delle mie considerazioni sulla questione, perché è chiaro che io e la Kuang non la vediamo nello stesso modo, ma posso senza dubbio affermare che in Babel non viene detto nulla di nuovo su questi temi, nulla che un qualsiasi navigante dell’internet che abbia letto due articoli in croce non sappia. Nulla che un qualsiasi studente delle superiori che è stato un minimo attento a lezione di storia non sappia. Tutto ciò che la Kuang ci dice, infatti, è che il colonialismo è male perché sfrutta altre popolazioni per il proprio rendiconto senza dare nulla in cambio… ma va? Onestamente mi aspettavo un discorso un po’ più profondo e articolato, perché nessuno nega tutto ciò, tranne i razzisti bigotti e quelli non li convinci accusando ogni inglese di essere un razzista imperialista.

Altro grosso problema sono stati i personaggi. Ad esclusione di Robin, di cui possiamo seguire la crescita ed un arco narrativo decisamente esaustivo, gli altri personaggi erano tutti delle macchiette che parlavano ed agivano esclusivamente ai fini della trama. Allegorie parlanti di "categorie" che la Kuang vuol rappresentare, ma che non agiscono come agirebbe una persona reale, piuttosto come uno stereotipo. Letty è un personaggio emblematico da questo punto di vista, perché simboleggia esclusivamente il “privilegio” della donna bianca (nota, la storia è ambientata nel 1838, sicuro ha diritti da vendere!). Viene letteralmente presa a male parole da tutti e non le viene mai spiegato cosa sbaglia (perché ovviamente sbaglia non avendo vissuto le stesse esperienze degli altri), ci viene detto che dovrebbe essere la rappresentazione della razzista quando di fatto non ha mai atteggiamenti palesi, semplicemente ci viene detto che in separata sede le è stato spiegato e lei non ha voluto capire (noi tutto ciò non lo vediamo, ovviamente). Non mi dilungo perché rischiamo lo spoiler, ma non mi è per niente piaciuta questa analisi semplicistica dell’autrice per cui bianco = cattivo/oppressore che non capisce altro che il suo punto di vista, perché è una gran ✨ C4G4T4 ✨

Ultima cosa, ma non meno importante, se questo era un fantasy allora qualcuno deve spiegare alla Kuang come creare un worldbuilding. Lo stesso problema c’era nella Guerra dei Papaveri, ma ci potevamo sorvolare perché lo sciamanesimo è qualcosa di non inventato da lei che possiamo andare ad approfondire per i fatti nostri, ma qui, dove lei si inventa questo mondo parallelo uguale al nostro se non per il fatto che si riesce a fare magie scrivendo su lingotti di argento, qua me la devi spiegare. Sì, perché il problema più grosso è che questo mondo è IDENTICO al nostro se non per la magia… quindi che c’è di magico? Semplicemente la rivoluzione industriale non esiste, è un rivoluzione magica, dove non progredisce la tecnologia ma la magia, e la cosa assurda è che il risultato finale è esattamente lo stesso che non avere la magia, quindi esattamente a che serve? Perché non scrivere un romanzo storico? In realtà anche il setting vittoriano viene decisamente a mancare, considerando il fatto che tutti i personaggi parlano come persone del Ventunesimo secolo e hanno una coscienza sociale che esiste solo dagli ultimi 20 anni… il che se ci pensate è piuttosto ironico questo incorretto uso del linguaggio in un romanzo focalizzato sulla linguistica.

Tuttavia, la mia valutazione non è stata completamente disastrosa, perché qualche lancia a favore di Babel la devo spezzare. In primis, la scrittura della Kuang rimane ottima come sempre. Non è da tutti riuscire a far scorrere velocemente un mattone del genere il cui contenuto è per il 30% spiegazioni di termini e derivazioni. Allo stesso modo, l’atmosfera tipica della dark academia è ben delineata e sa catturare il lettore se questo filone vi interessa.

Mi spiace molto di non essere stata in grado di apprezzare questo libro come tanti altri, ma se devo essere onesta penso che molti lettori americani lo hanno valutato bene esclusivamente per i temi trattati che non per qualche reale messaggio innovativo o sviluppo interessante.

Valutazione: ⭐️⭐️ . 5 / 5

martedì 27 settembre 2022

Review Party: Il Demone nella Foresta - Leigh Bardugo & Dani Pendergast

15:07 0

 


Valutazione: ⭐️⭐️⭐️ ⭐️. 5 / 5

Buon pomeriggio, lettori! Oggi nuovo Review Party in collaborazione con Il Confine dei Libri, Divoratori di Libri, C’Era una Volta un Foglio e Hook a Book per parlarvi insieme della nuova uscita della Bardugo: Il Demone nella Foresta.

La graphic novel esce proprio oggi in tutte le librerie in contemporanea con l’uscita inglese, e vede come protagonista l’Oscuro, prima di diventare l’Oscuro. Per chi mi segue da un po’, sa quanto io ritenga fondamentale la lettura del racconto breve da cui è tratta questa graphic novel per poter comprendere questo personaggio. Incontriamo, infatti, una Aleksander appena adolescente, perennemente in fuga insieme a sua madre sia dagli umani che dai Grisha. I loro poteri più unici che rari, li rendono diversi dagli altri Grisha, tanto da essere dei veri e propri amplificatori.

In Il Demone nella Foresta avremo la possibilità di avere una chiara spiegazione del perché Aleksander sia diventato infine l’Oscuro che noi tutti conosciamo. Forse con una madre diversa o un potere diverso le cose potevano andare meglio, ma questo racconto ci illustra come un villain non nasca dal nulla, ma viene creato dalle situazioni che lo circondano. Inutile quindi dirvi che, se siete fan dell’Oscuro non potete che amare questa nuova/vecchia storia.

Ammetto di essere stata un po’ delusa dal fatto che la Graphic novel riprenda pari pari quello che viene narrato nel racconto senza aggiungere nulla di nuovo. Chi non ha letto il racconto in inglese, però, certamente non risentirà di questo dettaglio essendo inedito in Italia.

Ma ora la parte più importante in una graphic novel: i disegni. Dani Pendergast è l’illustratrice che ha dato vita in modo sublime a questo racconto. I contrasti di colori mi piacciono molto e la scelta di avere una palette prevalentemente fredda ti fa proprio percepire il gelo dell’inverno fjerdiano e l’oscurità che si annida nel cuore di un ragazzo troppo giovane. Wow, che poetica.

Dunque, non mi resta che consigliarvi di recuperare la lettura di questa GN se siete fan del GrishaVerse, poiché non potete non approfondire il villain più carismatico della serie!

giovedì 8 settembre 2022

Love on the Brain - Ali Hazelwood

18:41 0




Valutazione: ⭐️⭐️ / 5


Love on the Brain potrebbe essere una delle delusioni più cocenti del 2022.
The Love Hypothesis mi era piaciuto molto, seppur con qualche riserva dovuta a scene, per me, troppo al limite dell’assurdo. Ecco, Love on the Brain riesce a prendere tutte queste scene demenziali ed elevarle all’ennesima potenza.

Ma facciamo una premessa. Forse mi aspettavo troppo, forse l’argomento STEM girls mi sta sempre molto a cuore essendo una di loro, resta il fatto che in questo libro ho trovato la rappresentazione di questo mondo abbastanza scarsa e stereotipata a livelli eccessivi. E ve lo dice una che aveva un esercitarore che si vestiva come se fosse in un film di Matrix, credetemi, sono abituata agli scienziati pazzi.
In realtà la prima metà del libro mi stava piacendo molto: non avrei comunque dato le 5 stelline piene, ma 4 come The Love Hypothesis le avrebbe raggiunte sicuro. Poi a metà libro devo aver battuto la testa, oppure l’ha battuta la Hazelwood, sta di fatto che il libro è crollato da 4 a 1 stellina per le assurdità che leggevo.

La prima a crearmi grossi problemi è stata la nostra protagonista, Bee (che poi dimmi perché questa con origini tedesche e italiane si chiama “ape”, ma sorvoliamo). Bee è un personaggio esagerato sotto ogni punto di vista: lei è la numero uno nel suo campo (peccato nessuno la finanzi), quando vede un animale spiaccicato lungo la strada frigna per mezz’ora, sviene per ogni. singola. stupidata. Ah, e ci deve ribadire ogni due pagine quanto sia brava perché è vegana. Stare nella sua testa è estenuante e alla lunga davvero irritante.
Dall’altra parte invece abbiamo Adam, ah no, Levi. Boh, sarà che appena leggo in un libro la descrizione “alto, moro, muscoloso, con gli occhi chiari e un fisico da paura, ma allo stesso tempo gentile, premuroso, misterioso, ombroso, super sexy e virile” io vorrei cavarmi gli occhi. Così:


Davvero, piantatela di scrivere personaggi del genere. Non esistono e non vi fa bene credere che esistano. E poi sono fatti con lo stampino. Sorry, not sorry.
Sta di fatto che il rapporto tra i due è davvero blando, e anche tutta la scusa per la enemies to lovers davvero regge poco. Perché, credetemi, non arrivi ai livelli di Levi sei hai problemi di comunicazione fino a questo punto.

A proposito di problemi di comunicazione, come si può pensare di scrivere in un libro “FYI”?? Non m'interessa assolutamente se il libro è il monologo interiore di Bee e noi siamo nella sua testa, leggere acronimi in un libro è un atto di violenza ingiustificato, cara dottoressa Hazelwood.

Ma la ciliegina sulla torta è stata questa:

Maybe it was the quiet, sweetly bashful conversation we had about me being on birth control, and about the fact that we've both been living like ascetic monks for long enough that we're sure to be clean.

Io non so esattamente che problemi abbiano gli americani, probabilmente non fanno nulla di educazione sessuale, visto che in ogni santo libro per “adulti” trovo questa cosa che se una prende la pillola è protetta da ogni male (sì, ammicco anche a te, Crescent City). Siccome ci tengo a far sì che la disinformazione non si espanda (soprattutto se la balla viene da una scienziata!!), spreco due righe sull'argomento. No, la pillola non basta a proteggere dalle malattie sessualmente trasmissibili e no, non sei al sicuro da esse anche se come, crede Bee, non fate sesso da anni. Molte di esse, una volta che ti infetti te le tieni tutta la vita. E le trasmetti. Quindi, vi prego, non fate gli americani. 🤗

Mi spiace molto aver odiato a tal punto Love on the Brain, ma non apprezzo questo tipo di esagerazione. Portare al grande pubblico i problemi che le scienziate affrontano in un mondo prettamente maschile andrebbe fatto con più intelligenza, senza fingere che tutti i tuoi colleghi uomini siano lì per fregarti. Tutti tranne il love interest, perché ovviamente abbiamo bisogno che uno sia innamorato di noi per ricevere un riconoscimento delle nostre competenze. Mi aspettavo di più e l'ho presa sul personale, non lo nego. Non voglio chiudere la porta a questa autrice per il futuro, ma sicuramente ridimensionerò le mie aspettative.